lunedì 27 novembre 2017

BORGOTARO NON MOLLA E RIVUOLE IL PUNTO NASCITA

Borgotaro ed i comuni circostanti continuano a non accettare la chiusura del punto nascita voluta pervicacemente dalla Giunta regionale. Le numerosi manifestazioni che hanno animato la cittadina ed i viaggi di protesta sotto la sede regionale a Bologna, finora non hanno scosso la volontà, da parte della maggioranza che governa la Regione, di infierire l'ennesimo colpo alla sanità pubblica.
Anche oggi c'è stato un presidio per riconfermare, come era scritto sulle magliette di molti partecipanti: "Rivogliamo il punto nascita a Borgotaro".












Sulla questione è intervenuto, con un proprio comunicato, anche il Partito della Rifondazione Comunista, il quale rileva, tra l'altro, che "la chiusura del punto nascita a Borgotaro priva il territorio di un servizio indispensabile: la Regione Emilia-Romagna e il Ministero della Salute giustificano questa scelta parlando di inadeguate condizioni di sicurezza; se è così, tali condizioni vanno create, con adeguati finanziamenti. Certamente la sicurezza non migliora costringendo le donne che devono partorire a percorrere decine di chilometri, cento e più in alcuni casi, su strade di montagna per raggiungere l'Ospedale di Parma o di Fidenza."
Si tratta in realtà - denuncia ancora il PRC parmense - di un ulteriore episodio di taglio al welfare, particolarmente grave perché riguarda il momento della nascita, rispetto al quale una comunità dovrebbe esprimere il massimo delle proprie attenzioni e delle proprie potenzialità."
Per quanto riguarda la prospettiva, Rifondazione Comunista teme che questa chiusura, al di là dei temporanei finanziamenti promessi per tacitare il malumore dei borgotaresi, possa essere solo "un primo passo verso il futuro progressivo smantellamento di altri reparti dell'Ospedale di Borgotaro con analoghe giustificazioni, funzionale ad inaccettabili processi di privatizzazione della sanità."

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