lunedì 11 dicembre 2017

AEROPORTO DI BAGANZOLA: NASCE IL COMITATO NO CARGO, MENTRE IL PD SI DIVIDE

Il futuro dell'Aeroporto parmigiano continua a suscitare dibattito. Prima della fine del 2017, il Consiglio di Amministrazione della SOGEAP che lo gestisce potrebbe gettare la spugna, dopo aver accumulato altri anni di pesante deficit. Si troverà ancora qualcuno pronto a metter mano al portafoglio per tenere in piedi la struttura in attesa di qualche miracolo? Per ora gli unici portafogli che si sono aperti sono quelli dei comuni cittadini per effetto della promessa del sindaco Pizzarotti di mettere a disposizione 5 milioni di euro con finanziamenti indiretti (quelli diretti sono vietati dalla legge) e la Regione Emilia-Romagna con un impegno di 12 milioni per allungare la pista. L'ultima speranza sembra quella di orientare l'Aeroporto verso i voli cargo.

Questa prospettiva appare inquietante ad un gruppo di cittadini di Baganzola che ha dato vita al Comitato "No Cargo"
"Gli aerei cargo - scrivono in un loro comunicato - sono molto più grandi, pesanti e potenti degli aerei passeggeri ed è per questo che è necessario allungare ulteriormente l'attuale pista di 1 Km. Tali caratteristiche dei cargo (grande peso e conseguente aumento della potenza necessaria per il decollo) fanno sì che siano estremamente più rumorosi di qualunque altro aereo in fase di decollo ed atterraggio. A tutto ciò si aggiunge l'aggravante che i cargo viaggiano fino alle 23 e ricominciano alle 4 del mattino: sono garantite solo 5 ore di sonno. Le merci dopo essere atterrate vengono movimentate e fatte partire per le varie destinazioni con svariati camion e TIR. 
Un documento del Servizio valutazione impatto e promozione sostenibilità ambientale della Regione Emilia Romagna datato maggio 2016 esprimeva, già, dubbi sulla fattibilità di un ampliamento passeggeri dell'aeroporto di Parma. Infatti recita: "L'ipotesi di potenziamento dello scalo data la vicinanza al centro abitato di Parma necessita di approfondimenti legati principalmente agli impatti acustici e agli effetti ambientali generati dall'aumento di traffico veicolare, anche in relazione allo sviluppo del centro abitato che, per prassi tecnica e amministrativa, è avvenuto in riferimento alle stime di traffico aereo in vigore e a determinazioni del clima acustico fondate su misure attuali al momento della stesura dei piani urbanistici di nuove espansioni....Pare, infine, significativo, riportare che da recenti notizie di stampa è emersa l'indicazione della Giunta Regionale per una possibile vocazione cargo dell'aeroporto di Parma di cui nel rapporto preliminare non si fa menzione."
Le esperienze già vissute da cittadini di comuni vicini ad aeroporti cargo sono disperate: l'inquinamento acustico dell'aeroporto di Orio al Serio coinvolge 17 Comuni del Bergamasco, come sostengono i vari sindaci: quindi chi oggi a Parma si sente sicuro perché gli aerei li sente lontani, domani non lo sarà più.
Non tralasciamo l'ingente richiesta di finanziamento con denaro pubblico che questo progetto richiede: una sola goccia di questo fiume di denaro di noi contribuenti basterebbe a garantire il futuro degli attuali dipendenti di Sogeap a cui siamo vicini. Ci appelliamo in primis al nostro sindaco che è il primo responsabile della salute dei cittadini e la salute in questo caso è fortemente minacciata sia dal rumore che dall'inquinamento."
Queste considerazioni critiche confluiscono in un appello agli organi istituzionali ed ai cittadini affinché non si percorra questa strada.  Il Comitato "No cargo" chiede l'aiuto di tutti coloro che vogliano collaborare e mette a disposizione un indirizzo mail a cui rivolgersi per aderire all'iniziativa di raccolta firme per bloccare questo progetto, per ricevere informazioni e per farsi mandare i moduli per la raccolta firme: nocargoparma@libero.it

Intanto sul tema aeroporto emerge una chiara divisione all'interno del PD. Il segretario provinciale del Partito Nicola Cesari lancia un appello al "sistema Parma" (definizione che comprende il tradizionale establishment politico-economico della città) perché salvi l'Aeroporto. Dopo aver ricordato che già quattro anni fa lo scalo venne salvato da uno "sforzo corale", ed aver elencato una lunga serie di fallimenti alle diverse prospettive di rilancio, si afferma che "le potenzialità del Giuseppe Verdi sono alte". Per questo l'appello accorato è a salvare ancora l'Aeroporto, per quanto poi il lungo documento sia privo di proposte concrete per arrivare all'auspicato risultato.

Se lo sforzo invocato da Cesari dovrebbe essere "corale", la prima stonatura viene da un altro noto esponente del PD, ex capogruppo in Consiglio comunale, Nicola Dall'Olio. Sul suo blog, il noto piddino parmense scrive:
"Invece di continuare a lanciare inutili appelli per una infrastruttura in perdita e senza futuro come l’aeroporto, il sindaco Pizzarotti farebbe bene a preoccuparsi della progressiva marginalizzazione viabilistica e ferroviaria a cui stanno andando incontro la città e il suo territorio. 
Che la società aeroportuale non abbia alcun futuro lo certificano i dati di bilancio, con 7 milioni di euro di perdite negli ultimi due anni, e gli stessi soci privati di maggioranza che hanno risposto per meno di 1 milione di euro all’aumento di capitale di 15 milioni che doveva sostenere il nuovo piano di rilancio fondato su un mix di voli passeggeri, privati e cargo. Questa mancata risposta è arrivata nonostante la disponibilità della Regione ad investire 12 milioni di euro nell’ampliamento della pista a fronte di un piano industriale credibile e sostenibile."
Evidentemente gli "inutili appelli" non sono solo quelli del sindaco Pizzarotti, con il quale polemizza Dall'Olio, reduce dall'ultima sfortunatissima campagna elettorale,  ma anche quelli provenienti dal suo stesso partito.

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