domenica 28 ottobre 2018

IN PIAZZA CONTRO IL RAZZISMO, CONTRO IL FASCISMO

Sabato 27 ottobre Piazza Garibaldi è stata teatro di una partecipata manifestazione contro il decreto Salvini promossa dal CIAC, la struttura che da anni  lavora a Parma, con ottimi risultati, per l'integrazione e l'accoglienza. 
" Il decreto immigrazione, varato dal Governo, demolisce il diritto d’asilo e smantella il sistema pubblico di accoglienza, - come recita l'appello della manifestazione - togliendo diritti a centinaia di migliaia di persone che in pochi giorni si troveranno senza permesso di soggiorno. A queste persone deve andare la nostra solidarietà e il nostro supporto.

Il decreto ha già oggi conseguenze drammatiche per i migranti e scarica sui territori costi, disagio e tensione sociale. Si è voluto colpire, per motivi di propaganda e meri fini elettorali, un sistema di accoglienza capace, come riconosciuto in tutta Europa, di garantire integrazione sociale e culturale ai tanti in fuga da guerre e condizioni di vita disumane.



Due i cardini fondamentali che rendono questo decreto inaccettabile e pericoloso: l’abolizione della protezione umanitaria e la progressiva cancellazione, di fatto, dello SPRAR (Sistema nazionale Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati). Allo stesso tempo si cancella un diritto costituzionale e si colpisce il sistema pubblico, mettendo nelle mani dei privati l’accoglienza dei richiedenti asilo, svincolandola dai dovuti controlli sulla gestione economica e operativa.

Il decreto, che punta a creare una spirale di razzismo e xenofobia, sta proprio in questi giorni compiendo l’iter parlamentare di conversione in legge. È questo il momento di chiedere ai parlamentari di sostenere emendamenti che ne modifichino quanto più
possibile il contenuto. 
Due i cardini fondamentali che rendono questo decreto inaccettabile e pericoloso: l’abolizione della protezione umanitaria e la progressiva cancellazione, di fatto, dello SPRAR (Sistema nazionale Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati). Allo stesso tempo si cancella un diritto costituzionale e si colpisce il sistema pubblico, mettendo nelle mani dei privati l’accoglienza dei richiedenti asilo, svincolandola dai dovuti controlli sulla gestione economica e operativa.

Il decreto, che punta a creare una spirale di razzismo e xenofobia, sta proprio in questi giorni compiendo l’iter parlamentare di conversione in legge. È questo il momento di chiedere ai parlamentari di sostenere emendamenti che ne modifichino quanto più possibile il contenuto.
Siamo convinti che l’Italia sia fatta da una maggioranza di donne e uomini di ogni provenienza politica o culturale, di ogni estrazione sociale e di ogni convinzione religiosa che non accetta queste politiche. Crediamo, quindi, che sia arrivato il momento di fare un passo avanti e metterci la faccia, non solo singolarmente ma come società civile.
Per questo abbiamo deciso di promuovere, anche nell’ambito dell’appello nazionale “Con i migranti per fermare la barbarie”, questa manifestazione. Per affermare a testa alta, come società civile, i valori di civiltà, rispetto dei diritti, pace, convivenza, democrazia.

Siamo in tanti a credere profondamente in questi valori!

Mostriamoci, solidali e uniti, tanti e insieme, senza rimarcare le appartenenze partitiche, con una sola bandiera: la bandiera della pace.
Mettiamoci la faccia!"


Una settimana fa diverse iniziativa avevano invece animato l'opposizione al rinascente attivismo dei gruppi neofascisti. Rifondazione Comunista con un volantinaggio nei pressi del monumento al Partigiano, in Piazza della Pace, aveva chiesto lo scioglimento delle organizzazioni fasciste, vietate dalla Costituzione della Repubblica.

Un'altra iniziativa è stata organizzata da Officina Popolare e da Ateneo Libertario in via Testi. All'incontro è intervenuto Alessandro Grossi, delegato sindacale. "A Parma, in Italia, in Europa e ovunque fascismo e razzismo alzano la testa e per questo siamo chiamati a fare la nostra parte. Il che significa fare iniziative di contrasto come questa di oggi, significa batterci nella società  e nei luoghi di lavoro contro questo modello economico che ci vuole servi e schiavi. , zitti, rassegnati e soli. Significa avere a cuore la salvaguardia della Costituzione, ma ancora di più chiederne finalmente la piena applicazione. Ma soprattutto significa preservare e trasmettere la memoria e i valori della Resistenza, che sono i valori fondanti del nostro maltrattato Paese. La memoria è un antidoto formidabile e va mantenuto vivo e va inoculato costantemente come si fa con un vaccino contro i virus."


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