giovedì 8 febbraio 2018

ALTRI LICENZIAMENTI: QUESTA VOLTA TOCCA ALLA LAMPOGAS

"A conclusione della fase sindacale della procedura di licenziamento collettivo della Lampogas srl, non è stato possibile trovare un’intesa con l’azienda, poiché la soluzione prospettata prevede come unica possibilità il licenziamento dei lavoratori", secondo quanto scrive un comunicato diffuso dalla CGIL. Il licenziamento era stato comunicato per lettera già il 18 dicembre scorso ma solo oggi viene portato all'attenzione dell'opinione pubblica.


Il gruppo Lampogas, -secondo quanto scriveva Parma Repubblica nel 2014, quando già si erano registrati altri licenziamenti - è leader nel settore della distribuzione e vendita di Gpl in bombole e sfuso. La holding, fondata nel 1954 da Ferdinando Guareschi a Fontevivo, con centro operativo all'Interporto, è costituita oggi da 57 aziende dislocate in Italia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Austria. 

Risale 2013 l'acquisizione da parte del fondo di investimento 4D Global Energy Advisors del 60% della holding. Gli stabilimenti parmensi sono entrati a far parte di Lampogas Emiliana Srl, operante anche a Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Mantova e Cremona. 

Al momento dell'annuncio dell'ingresso di questo fondo di investimento il quotidiano confindustriale, Il Sole 24 Ore, festeggiava:

Lampogas scrive oggi una nuova pagina di successo con un’operazione “lampo”


La decisione dei nuovi licenziamenti, scrive ancora la CGIL, "appare sconcertante e particolarmente immotivata in un territorio come il nostro, già interessato da due successive procedure di licenziamento collettivo, che ha vissuto, tra il 2014 e il 2016, l’uscita dall’azienda di una decina di lavoratori tra impiegati ed operai.

Vi è il sospetto che questa scelta, più che da esigenze operative, derivi da un ordine arrivato dal fondo di investimento azionista di maggioranza: il contenimento dei costi diventa così un obiettivo speculativo piuttosto che un fattore di miglioramento dell’azienda. Obiettivo da ricercarsi mediante l’esternalizzazione, in prospettiva, di interi settori (che tra l’altro costituiscono vero e proprio core business, come l’attività di distribuzione del gas alla clientela) e mediante la precarizzazione del maggior numero possibile di forza lavoro.

Questo, per l’ennesima volta sul nostro territorio, va a scontrarsi con la qualità dell’occupazione: oltre alle gravissime ricadute di natura socio-economica derivanti dai licenziamenti, saranno inevitabili infatti problematiche di natura operativa e di sicurezza degli impianti nello stabilimento.

Starà peggio chi verrà licenziato, ma anche chi rimarrà in azienda."

Continua il comunicato: "Si chiede inoltre di ritirare tutti i licenziamenti dichiarati che nulla hanno a che vedere con la procedura di accorpamento e razionalizzazione in un’unica società avvenuta a fine 2017. Il buon senso possa ancora prevalere, e la realtà dei fatti è più importante di oscuri calcoli finanziari.

Per questo motivo la FILCAMS CGIL, pur dichiarando la propria disponibilità a ricevere e discutere eventuali nuove proposte dell’azienda prima dell’incontro che si terrà al Ministero del Lavoro, ha proclamato lo stato di agitazione a livello nazionale, il blocco degli straordinari e un pacchetto di 16 ore di sciopero che saranno gestite dalle RSA e dalle strutture sindacali territoriali.

Nel frattempo è convocata per domani, venerdì 9 febbraio, dalle ore 8.30 alle 10.30, una assemblea pubblica a cui sono invitati tutti i soggetti portatori di interesse, davanti ai cancelli dello stabilimento a Bianconese di Fontevivo."


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