mercoledì 20 marzo 2019

#FRIDAYFORFUTURE A PARMA. CERCA L'INTRUSO E TROVERAI IL SINDACO

Venerdì 15 marzo circa 10000 persone, in gran parte studentesse e studenti, hanno attraversato le vie della nostra città, così come in tantissime altre città d’Italia e del mondo. Da anni a Parma non si vedeva una manifestazione così imponente, una bella boccata d’aria pulita in una città soffocata dalle polveri sottili.

Anche noi eravamo in piazza Venerdì, convinti che la lotta contro i cambiamenti climatici e per la difesa dell’ambiente non possa fare a meno di una radicale messa in discussione dell’attuale modello di sviluppo e della logica predatoria del profitto che riduce lavoratori e natura a frutti da spremere e buttare e che antepone gli affari di pochi privati alla salute di intere comunità e alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente e dell’intero Pianeta.

Guardando le foto di Piazza Garibaldi stracolma, colorata e determinata, si può, però, scovare un intruso. Spiazzante e fuori luogo come un salame in una vignetta di Jacovitti, a prendere parola in difesa del Pianeta e dell’ambiente, è intervenuto anche il sindaco Federico Pizzarotti.

Pizzarotti è stato, però, veloce nel cambio d’abito: Venerdì in verde, Domenica è tornato al completo grigio smog e cemento, nel quale, evidentemente, si trova sempre più a suo agio. Rispondendo via social ad una lettera del Comitato No Cargo, nella quale cittadini allarmati hanno richiesto un ripensamento circa il progetto di ampliamento e riconversione cargo dell’aeroporto, il sindaco ha difeso a spada tratta il progetto e ad una richiesta d’incontro ha risposto che “quando saremo nella fase finale, ad oggi molte pratiche sono in corso, organizzeremo un incontro volentieri”. Come dire, vi incontreremo, certo, quando sarà già tutto deciso.

Sorpresi? Forse sì d’altra parte in questi anni sindaco e amministrazione hanno curato molto il proprio marketing green, vendendo, in città, in tutta Italia e ora anche in Europa, l’immagine di sindaco-paladino dell’ambiente e della sostenibilità. Eppure, a guardare la realtà, dietro la coltre fumosa della propaganda, restano le decisioni politiche adottate in questi anni. Proviamo, in breve, a rispolverare un po’ la memoria.

Nella sua prima campagna elettorale Pizzarotti assicurò che
l’inceneritore non sarebbe stato costruito, venne eletto e il forno costruito, lo slogan allora diventò “affamiamo il mostro”, ma niente da fare, non solo il forno ora brucia a pieno carico, ma, anche nel 2018, sono stati sforati i limiti previsti.

Altro slogan da campagna elettorale fu lo stop al consumo di suolo (in uno dei comuni più cementificati d’Italia). Giusto, ma che fine ha fatto quello slogan? Nell’Ottobre 2015, un momento chiave per definire il futuro del nostro territorio, in gioco c’era la decisione sulla TiBre. Un’assemblea dei sindaci avrebbe dovuto riunirsi il 26 Ottobre per esprimere il proprio parere sull’opera. Pizzarotti disertò l’assemblea che fu rinviata, un bell’assist per chi, dal PD alla Lega, passando per Confindustria, spingeva per realizzare l’opera. E così ci ritroviamo, oggi, i cantieri per la costruzione “dell’autostrada più corta del mondo” (9 km d’asfalto da Fontevivo a Trecasali. Un’opera, la cui inutilità è manifesta e che ha devastato irrimediabilmente una preziosa area di interesse naturalistico, persa per sempre.

Veniamo all’area di Baganzola, già fortemente compromessa per il carico infrastrutturale (TAV, Fiere, aeroporto, autostrada). In quell’area incombe il progetto del mall, l’ennesimo mega centro commerciale, il più grande dell’intera Regione. Certo un’opera ereditata dalla giunta Vignali (approvata con un solo voto contrario, quello del consigliere di Rifondazione Comunista Marco Ablondi) ma che il Comune, facendo valere l’aggiornamento del regolamento Enac, avrebbe potuto (dovuto) bloccare, negando i permessi di costruire. Così non ha fatto, l’Amministrazione ha rilasciato i permessi e la costruzione del mall è iniziata, interrotta, per ora, solo dalle intervento della magistratura e dal sequestro del cantiere.

Il progetto del mall è in conflitto con l’aeroporto sul quale incombe l’ulteriore progetto di ampliamento  e di riconversione cargo, un’opera che rischia di aumentare il traffico aereo (con relativo aumento di inquinanti atmosferici) e il conseguente trasporto su gomma generato dall’indotto. Come per la TAV o la TiBre, la retorica è sempre la stessa. Pizzarotti, in coro con Sogeap e Regione, parla di opera indispensabile per lo sviluppo del territorio ed è pronto ad investire altri milioni di euro dalle casse comunali. E’ davvero una priorità in un territorio nel quale altri scali si possono raggiungere in brevissimo tempo? A chi giova un tale investimento? Quali sono le ricadute ambientali? A chi osa sollevare osservazioni critiche, Pizzarotti risponde sempre via social provocatoriamente “lei va in vacanza in carrozza?” e ripete il solito mantra, buono per tutte le grandi opere inutili “l’aeroporto è un’infrastruttura che ci potrebbe collegare con il mondo e mantenere attrattiva Parma per le imprese”.  

Ma non è solo il consumo di suolo a preoccupare, rimane irrisolto un problema strutturale della nostra città che rende ancora più inaccettabili le decisioni dell’amministrazione su inceneritore, mall e aerocargo: l’emergenza inquinamento atmosferico e polveri sottili.

I continui sforamenti ci allarmano e pensiamo richiedano un’attenzione maggiore. I danni alla salute sono ormai provati, secondo alcuni ricercatori l’inquinamento atmosferico è la principale minaccia alla salute umana su scala planetaria e abitare nella Pianura Padana, una delle 7 Regioni al mondo con la peggiore qualità dell’aria, abbassa l’aspettativa di vita di circa un anno.

Siamo di fronte ad un’emergenza che richiederebbe, oltre ad un piano di efficientamento degli edifici, un adeguato incentivo alla mobilità sostenibile, favorendo trasporti pubblici, mobilità dolce e disincentivando l’uso dell’auto privata. Ma nulla di tutto questo è stato messo in campo in questi anni. Anzi, complessivamente, rispetto a questo problema urgente, le proposte della giunta Pizzarotti sono andate drammaticamente nella direzione opposta. E non bastasse il carico di inquinanti previsto dal nuovo aerocargo, ecco in arrivo l’ennesimo nuovo parcheggio sotterraneo in Ghiaia. 

Oltre a non condividere nel merito queste scelte politiche le contestiamo anche nel metodo. Ogni progetto viene imposto alla città senza alcun spazio di dialogo con cittadini e associazioni, che fine ha fatto la democrazia partecipata? La risposta alla lettera dell’associazione NO Cargo è emblematica in questo senso, così come lo è il caso del progetto della pista ciclabile nel greto del torrente Parma. Un’ultima vicenda che testimonia la scarsa attenzione che questa Amministrazione riserva alle osservazioni critiche sollevate dalle realtà ambientaliste cittadine, che crediamo meritino un maggiore ascolto.

Evidentemente Pizzarotti ha frainteso il senso delle mobilitazioni del 15 marzo, non si pensa al Pianeta solo il Venerdì ma ogni giorno dell’anno e, la difesa dell’ambiente passa necessariamente da un dialogo continuo con i cittadini, dalla capacità di compiere scelte lungimiranti e dal coraggio e dalla volontà politica di anteporre il diritto alla salute e alla salvaguardia ambientale agli interessi economici di pochi privati.

Fino a quando questa amministrazione non riuscirà a muoversi in questa direzione, Pizzarotti sarà un intruso nelle piazze che lottano per la giustizia climatica e la tutela ambientale.

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